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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Val Chisone Sestriere

Sestriere, domani l'inaugurazione della mostra "Neve chimica"

Apre domani, al Colle, l'esposizione di opere create colando cera fusa all'interno di un blocco di neve: l'evento è promosso dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e rimarrà aperto sino al 5 marzo

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, dal 25 febbraio al 5 marzo 2012, presenta “Neve Chimica”, un progetto promosso dal comitato Isfr Sestriere 2012, con il sostegno della Provincia di Torino e con il contributo di Ersel. La neve chimica è la neve causata dalla nebbia, un particolare fenomeno atmosferico legato alla presenza di particelle nell’atmosfera che, nella stagione invernale e a temperature molto al di sotto dello zero, fungono da “germi cristallini” provocando la formazione e la caduta al suolo di neve sotto forma di vere e proprie nevicate senza alcun apporto diretto dato dalla presenza di nubi o perturbazioni. Una nevicata possibile anche sotto il sole, in cui l’aggettivo “chimica” è dovuto al fatto che si attribuisce la causa del fenomeno all’inquinamento, anche se non ci sono prove scientifiche attendibili che lo possano confermare.

Gli artisti di questa mostra sono come particelle atmosferiche, “germi cristallini” che, colpiti dal freddo e dall’immaginazione, anche a ciel sereno, si trasformano in neve chimica. Le loro opere, risultati della trasformazione dei materiali, dell’illusione o dell’artificio, esplorano il mondo dell’impossibile dove tutto è concesso, dove i limiti tra la natura e l’intervento dell’uomo si fondono restituendoci eventi e immagini irreali, aliene, come una nevicata “inquinata” a ciel sereno.

Le sculture di Alis/Filliol, alcune delle quali prodotte in occasione della performance-evento all’inaugurazione della mostra prevista per domani alle ore 17:30, sono frutto della rielaborazione di antiche tecniche di produzione artistica (la fusione a cera persa). Gli artisti colano cera fusa all’interno di un blocco compatto di neve che, sciogliendosi e lasciando il posto alla cera calda, prende forme sempre diverse in una sorta di autorappresentazione naturale. Attraverso un procedimento analogo il lavoro in mostra di Ludovica Carbotta, una “macchina fotografica a vento”, posizionato all’aperto, permette al vento di attraversarlo e di realizzare degli affreschi in cui il pigmento è costituito dalla polvere inquinante raccolta in città ai bordi della strada.

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